Giorni difficili per l’informazione online in Italia, visto che la delibera ammazza internet ridefinisce i confini della libertà d’informazione. Qualsiasi soggetto che si ritenga diffamato da un contenuto presente su internet (sia esso un blog che un sito web) può richiederne la rimozione. Per molti giornalisti, quello che è stato ribattezzato come disegno di legge ammazza internet, è un passo all’indietro per un Paese civile che ha nella democrazia e nella libertà di espressione due dei suoi valori. Una delibera talmente anacronistica da mettere in crisi i blog, veicolo principale dell’informazione.
Il Senato ha perciò stabilito che testate giornalistiche diffuse telematicamente sono obbligate alla rettifica entro 48 ore. In caso contrario, scatta una sanzione che può arrivare fino a 25.000 €. Nel disegno di legge, tuttavia, ci sono tutta una serie di ambiguità non meglio precisate, a partire dal termine aleatorio di “testata giornalistica diffusa per via telematica”, continuando poi con le modalità con cui le parti eventualmente in causa vadano a coordinarsi. In ogni caso, dal testo approvato più di un mese fa dalla Commissione Giustizia del Senato si evince a mio giudizio la mancata comprensione del ruolo giocato dall’informazione online.
Il Senato ha perciò stabilito che testate giornalistiche diffuse telematicamente sono obbligate alla rettifica entro 48 ore. In caso contrario, scatta una sanzione che può arrivare fino a 25.000 €. Nel disegno di legge, tuttavia, ci sono tutta una serie di ambiguità non meglio precisate, a partire dal termine aleatorio di “testata giornalistica diffusa per via telematica”, continuando poi con le modalità con cui le parti eventualmente in causa vadano a coordinarsi. In ogni caso, dal testo approvato più di un mese fa dalla Commissione Giustizia del Senato si evince a mio giudizio la mancata comprensione del ruolo giocato dall’informazione online.
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