Sarah Gul, sposa bambina massacrata in Afghanistan dal marito, diviene il nuovo simbolo dei diritti umani
Sahar Gul, la sposa bambina di 15 anni massacrata in Afghanistan dal marito perché non voleva prostituirsi, è il nuovo simbolo dei diritti umani.
Poche settimane fa, la sposa quindicenne si recò in un ospedale di Kabul, dopo essere stata torturata dal marito: i segni erano evidenti. Occhi gonfi, bruciature da ferro da stiro sull’orecchio, collo pieno di lividi per le percosse e fisico decisamente debilitato.
Sahar Gul era stata assegnata come moglie a soli 14 anni al soldato Gulam Sakhi, a distanza di sette mesi dal matrimonio, la sua vita è diventata un vero e proprio inferno.
Percosse su percosse perché rifiutava di prostituirsi. Quasi 5 mesi fa, la sposa bambina era scappata chiedendo soccorso ai vicini, i quali avvisarono subito la polizia che però riaffidò la donna al suo aguzzino con la promessa che episodi di questo genere non si sarebbero più verificati. Promessa non mantenuta, in quanto Sahar Gul è stata prima chiusa in un seminterrato e picchiata di continuo.
Un parente venuto a far visita ha poi denunciato tutto. Le autorità hanno poi cercato un compromesso onde evitare problemi al militare. Comportamento che purtroppo è molto frequente in Afghanistan, dove le donne vengono trattate a volte come bestie, al punto che chi si rivolge alla polizia rischia lo stupro ed il pestaggio.
In questa occasione, le immagini della sposa quindicenne sono state diffuse in Rete e ampiamente condannate, al punto che il presidente afghano, Hamid Garzai, ha avviato un’inchiesta. Il marito è considerato a tutti gli effetti un ricercato.
Episodi spiacevoli che non dovrebbero mai e poi mai avvenire.
Poche settimane fa, la sposa quindicenne si recò in un ospedale di Kabul, dopo essere stata torturata dal marito: i segni erano evidenti. Occhi gonfi, bruciature da ferro da stiro sull’orecchio, collo pieno di lividi per le percosse e fisico decisamente debilitato.
Sahar Gul era stata assegnata come moglie a soli 14 anni al soldato Gulam Sakhi, a distanza di sette mesi dal matrimonio, la sua vita è diventata un vero e proprio inferno.
Percosse su percosse perché rifiutava di prostituirsi. Quasi 5 mesi fa, la sposa bambina era scappata chiedendo soccorso ai vicini, i quali avvisarono subito la polizia che però riaffidò la donna al suo aguzzino con la promessa che episodi di questo genere non si sarebbero più verificati. Promessa non mantenuta, in quanto Sahar Gul è stata prima chiusa in un seminterrato e picchiata di continuo.
Un parente venuto a far visita ha poi denunciato tutto. Le autorità hanno poi cercato un compromesso onde evitare problemi al militare. Comportamento che purtroppo è molto frequente in Afghanistan, dove le donne vengono trattate a volte come bestie, al punto che chi si rivolge alla polizia rischia lo stupro ed il pestaggio.
In questa occasione, le immagini della sposa quindicenne sono state diffuse in Rete e ampiamente condannate, al punto che il presidente afghano, Hamid Garzai, ha avviato un’inchiesta. Il marito è considerato a tutti gli effetti un ricercato.
Episodi spiacevoli che non dovrebbero mai e poi mai avvenire.
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